Gli ultimi aiuti previsti dal Decreto sostegni bis ha ricevuto il via libera della Commissione Ue

150.000 euro è l’importo che entro la fine dell’anno verrà erogato a chi ha avuto cali reddituali rilevanti durante il 2020 rispetto all’anno precedente. C’è stato infatti il via libera della Commissione europea sul contributo a fondo perduto.

Di cosa stiamo parlando esattamente?  Nello specifico si tratta dell’ultima parte degli aiuti di Stato per le imprese messe in difficoltà dalle chiusure e dalle restrizioni causate dalla pandemia.

A maggio 2021 si stabilivano gli aventi diritto e si attribuiva al MEF, Ministero di Economia e Finanza, il compito di individuare i criteri specifici e in particolare determinare il tasso di peggioramento del quadro economico.

Gli aiuti sono destinati a delle categorie specifiche, a chi ha una startup e alle imprese nella forma di:

  •  sovvenzioni dirette fino a 1 000 € per le imprese registrate fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2018, e la cui attività aziendale è cominciata nel 2019;
  • sovvenzioni dirette fino a 150 000 € per le imprese che, a seguito della pandemia di coronavirus, hanno subito un peggioramento dei loro risultati economici rispetto al 2019.

Bruxelles ha infatti concesso il nullaosta considerando che il regime di aiuti disposto dall’Italia rientra all’interno delle condizioni stabilite nel quadro temporaneo, per il superamento dell’emergenza Covid-19, in quanto non supereranno il massimale di 225 000 € per impresa nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli, 270 000 € per impresa nel settore della pesca e dell’acquacoltura o 1,8 milioni di € per impresa in tutti gli altri settori.

Potranno fare domanda di accesso al nuovo contributo i titolari di partita IVA attiva alla data del 26 maggio 2021, esercenti attività d’impresa, arte o professione o che producono reddito agrario, residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, ad eccezione di enti pubblici, intermediari finanziari e società di partecipazione.

In ogni caso, potranno presentare domanda i titolari di partita IVA con ammontare di ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro nel 2019.

Al netto della necessità di attendere la definizione della percentuale specifica di calo richiesta, quel che è certo è che sarà fondamentale aver registrato un peggioramento del risultato economico di esercizio nel corso del 2020, rispetto al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019.

Per quel che riguarda l’importo, il tetto massimo è fissato a 150.000 euro, ma bisogna evidenziare che anche in tal caso si attendono dettagli dal decreto del MEF, chiamato a definire la percentuale della “perequazione” riconosciuta sul calo registrato.

All’importo emerso applicando la percentuale alla differenza del risultato economico d’esercizio dovranno poi essere sottratti i contributi a fondo perduto già riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate, dal primo previsto dal decreto Rilancio fino a quelli riconosciuti dal decreto Sostegni e dal Sostegi bis.

Ci saranno 30 giorni di tempo per inviare richiesta all’Agenzia delle Entrate, secondo le modalità e i termini che verranno definiti con apposito provvedimento.

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